Mi chiamo Valeria Locarini, ho undici anni e con la mia famiglia, abito a Norma, un piccolo paese di collina in provincia di Latina.
Voglio parlarvi di me...come tutti ormai sapete, mi chiamo Valeria, ma sia amici che parenti mi chiamano semplicemente Vale. Sono una bambina, anzi, una ragazzina dai capelli biondi e gli occhi azzurri, dalla descrizione apapio bella, ma non è proprio del tutto giusto, poiché sono un poco cicciottella, (ma mi piaccio così come sono).
Quando la gente mi incontra per la prima volta pensa che io sia una persona ordinata, precisa, attenta, ma vi giuro che sono così soltanto a scuola, fuori sono un vero peperino; sono disordinata e la mia cameretta mi rispecchia per filo e per segno, libri e cd sparsi sulla scrivania, poster attaccati sui muri, l'unica cosa che è in ordine è la mia cassettiera, lì ripongo tutto ciò che mi è caro, come la macchinetta digitale, le foto, ed una copertina che posseggo da quando avevo due anni.
Un'altra cosa a cui tengo molto sono i miei pattini, che uso tutte le sere nella mia cameretta mentre ascolto la musica.
Fino ad ora ho parlato di me stessa, adesso vi parlo un po' della mia famiglia, composta da me e dai miei genitori...
Mia madre si chiama Cristina Corvi, ha 38 anni, è un po' bassina, ha i capelli molto lunghi, castani, porta gli occhiali, ne ha tre paia, due da vista ed uno da sole.
La mia mamma è davvero speciale; posso dirle tutto, è come un'amica quando mi serve, e come una mamma a tutte le ore, insomma un vero angelo.
Poi c'è papà un vero mattacchione, mi fa ridere ed è sempre pronto a giocare con me e a darmi i soldi per comprarmi i giornalini. Come mamma anche papà porta gli occhiali (dice sempre che non sopporta portare gli occhiali, perché gli dà fastidio la parte che poggia sul naso), ma a differenza di mammina, papà è alto, precisamente 1 metro e 82 cm, ha un po' di pancetta, capelli fra il nero e il grigio e il bianco....quante belle esperienze che ho vissuto con i miei genitori! Ricordo perfettamente la gita in Abruzzo e la vacanza in Sardegna, mi sono divertita un mondo! Tutti quanti e sicuramente anche voi, vi chiederete perché non mi sneto sola ad essere figlia unica. Sinceramente non soffro di solitudine, perché mi basta scendere una rampa di scale e mi trovo nelle dimore dei miei tre cugini materni:
Alberto che a Febbraio compie 14 anni.
Io lo chiamo affettuosamente Betto, solo che lui si arrabbia, perché si sente preso in giro. Con Alberto ho un rapporto molto particolare, cioè è lui che è strano, a volte mi protegge, mi difende scherza e gioca con me, invece altre volte è arrogante e antipatico.
Poi ci sono due bimbi piccolini una femmina e un maschio. Il maschietto è il fratellino di Alberto e si chiama Giorgio moretti, ha solo due anni compiuti a Dicembre. La cosa che mi piace più di Giorgio sono i suoi ricci morbidi e biondi. Infine c'è Flaminia o semplicemente Mimi, ha tre anni e mi cerca sempre per giocare a nascondino. Tutti questi cugini sono rispettivi figli a:
zia Alessandra e zio Sandro genitori di Alberto e Giorgio, zia Sonia e zio Antonio genitori di Mimi.
Mamma oltre a zia Sonia e Alessandra ha anche un fratello do nome Adriano.
Zio Adriano convive con zia Antonella, entrambi sono molto giovanie quindi mi trovo meglio con loro rispetto ad altri zii, poiché:
con zia Antonella parliamo di moda e con zio Adriano parliamo di moto (zio ha una moto e quando vado con lui in moto mi fa venire i brividi, perché corre come una scheggia).
Naturalmente ho anche dei nonni materni che si chiamano Grazia Mattocci e Costantino Corvi. Nonna e nonno hanno un meraviglioso rapporto con me, mi parlano sempre di quando loro erano bambini e per giocare usavano le bambole e palloni di pezza.
Grazie a questo progetto mi sono avvicinata ancora di più ai miei nonni, che mi sono stati molto utili nelle interviste e nella ricerca delle foto, proprio guardando queste foto con loro sono riuscita a capire quanta malinconia e quanto dolore hanno sopportato, nel vedere le foto del mio bisnonno in guerra in Eritrea mio nonno mi ha raccontato quanto sia stato difficile crescere con un papà così lontano, aspettando ogni giorno che arrivasse una lettera che portasse buone notizie e comunicasse la fine della guerra e il rientro imminenete dei nostri soldati in Patria, all'interno delle lettere che il mio bisnonno scriveva alla mia bisnonna c'erano le foto che allego al progetto, capisco solo adesso perché la mia bisnonna morta quattro anni fa le conservava tanto gelosamente.
In queste pagine vi ho raccontato la genealogia materna, adesso vi parlo della famiglia di mio padre:
papà è originariodi Sezze (Lt), dove ha vissuto da sempre prima di conoscere la mamma.
I parenti che ho a Sezze non li vedo spesso però per sapere come stanno, mando continuamente messaggi a Melissa e Giovanni, i miei cugini più grandi a cui voglio molto bene. Loro sono figli di mai zia Angelica Locarini, sorella maggiore di mio padre, e zio Luigi Ferrari. In "tutta Sezze" gira la voce che io sono come zia Angelica da piccola perché tra noi c'è una fortissima somiglianza. Sempre da parte paterna ho altri due zii: Fabio Locarini sposato con Emanuela Ciocca ed hanno una figlio Angelo, per ricordare mio nonno Angelo Locarini che purtroppo è morto. Poi ho un'altra zia Helga Locarini sposata con Antonio Ferrari e nn hanno figli.
Mia nonna si chiama Giuseppa Berti e la cosa che più mi piace di lei è quando cucina la pasta al forno e cannelloni che sono talmente buoni che ci si sazia solo a sentirne l'odore.
Il marito di mia nonna, mio nonno Angelo Locarini è morto quando avevo solamente cinque anni, ma ricordo ancora lo schiocco dei abci che mi dava sulle guance e le storie che mi raccontava quando sedevo sulle ginocchia.
Il ricordo di mio nonno è sempre vivo nella mia mente e soprattutto nel mio cuore....
Grazie al progetto sono riuscita ad avvicinarmi anche ai parenti "sezzesi". Che si sono fatti in quattro per trovare vecchie foto dato che nel corso degli anni i miei nonni paterni hanno cambiato casa e nel trasloco purtroppo molte cose sono andate perse, tra cui alcune foto.
Questo progetto ha anche il merito di avermi tarsformata in una piccola detective, attenta e curiosa nel rovistare nei cassetti e scatole conservate nei posto più impensabili, adesso trovo quasi romantico sfogliare vecchie foto in bianco e nero, perché ogni foto è un pezzo di storia, della mia storia e racconta le mie origini di cui sono fiera e orgogliosa.
Penso che queste vecchie foto non abbiano nulla da invidiare alle foto scattate con ultramoderne macchine digitali, conservata non più in vechcie scatole di cartone ma in cd, anche se le tecniche sono cambiate e sicuramente migliorate il fine ultimo rimane lo stesso...lasciare un ricordo ai nostri figli, nipoti, pronipoti, affinché non dimentichino mai le loro origini.
Valeria Locarini