La famiglia di mio padre, è originaria di Cappadocia, un paesino di montagna in provincia di L'Aquila.
Il mio bisnonno Amedeo aveva una trattoria-bar-macelleria nella piazza del paes, dove lavoravano i suoi figli Benito, Sandrino, Pierino, Ileana, Rossana ed Amalia; un altro figlio morì all'età di 2 anni a causa dell'enterite, dovuta all'ingerimento di tanti dolciumi.
Contemporaneamente il bisnonno Amedeo, durante il periodo fascista, ricopriva il ruolo di podestà di Cappadocia, e fece costruire dei fontanili nelle montagne intorno, per far abbeverare le bestie, infatti il lavoro ricorrente in questa zona era il "mulattiere" mio nonno Benito,invece lavorò nella trattoria di famiglia solo per poco tempo, poi fece lavori di agricoltura, ingaggiando i mezzadri che lavorassero per lui. Per quel poco tempo libero che si poteva avere, mio nonno andava a caccia.
Ai tempi era difficile fare foto, o meglio era difficile avere una propria macchina fotografica, quindi si approfittava quando in trattoria passavano famiglie più aristocratiche per farsi una foto di gruppo, ma ciò accadevamolto raramente. Però, in compenso, visto che in questa attività ristoratrice si svolgevano banchetti e la sera si riunivano tutti gli abitanti, il mio bisnonno comperò la prima "cinepresa" con la quale trasmettevano i film dell'epoca intrattendendo i paesani. La cinepresa fu in seguito rimpiazzata con la prima televisione del paese.
La famiglia di mia madre, è originaria di Micigliano (provincia di Rieti). I lavori ricorrenti erano il pastore di mucche e pecore ("vaccari e pecorari") e, fin dall'età più tenera, ogni membro della famiglia contribuiva al mantenimento di quest'ultima.
Capitava spesso che il capofamiglia dovesse lavorare lontano da casa e stare fuori per mesi e mesi, maggiormente si pascolavano le bestie dei padroni nelle campagne romane. Tutto questo fino ai miei nonni , infatti mia madre e i suoi fratelli hanno abbandonato il lavoro di pastori. I maschi scelsero lavori manuali, tranne mio zio Ugo che fece il postino, e due femmine: zia Renata fece l'infermiera in una clinica a Roma, zia Antonina fin dall'età di 10 anni lavorò per alcune famiglie romane, come baby sitter. Poi c'era mamma, l'ultima di 7 figli, coccolata e viziata da tutti. Una storia che spesso mi ha raccontato mia zia Antonina, accade circa 40 anni fa a casa di una delle famiglie per cui lavorava, un giorno zia si dimenticò di fare la spesa così la padrona di casa, arrabbiatasi la schiaffeggiò; zia, piangendo telefonò a mia nonna che partì da Micigliano a piedi per andare a Roma a riprenderla.
Mio nonno, Italo possedeva un grande castagneto che nel periodo di settembre/ottobre era una fonte di reddit. Questo castagneto è tutt'ora il luogo in cui la nostra famiglia si riunisce. Essendo una famglia povera non aveva alcun tipo di rapporto con la foto, tranne quando qualcuna delle famiglie romane andava a trovare mia nonna a Micigliano si approfittava per qualche foto di gruppo.
Poi ci sono io, Angela Sterpetti, che si può dire che con la foto ho un ottimo rapporto, la mia camera è tappezzata di foto mie, della mia famiglia e del mio fidanzato. Adoro immortalare ogni singola esperienza che ho, dalla giornata di sole passata nei giardini del quartiere ad una gita scolastica, delle gare che faccio di atletica leggera ad ogni giornata che rappresenta qualche festa, compleanno, anniversari, capodanno..
Tutto ciò, perchè so che un domani avrò voglia di riprovare le stesse gioie e sensazioni che ho provato nel giorno in cui è stata scattata la foto.
Per me la foto, è come un promemoria ed è la dimostrazione di come il tempo passa e le mode, i tempo e le persone cambiano.
Angela Sterpetti