Ora cercherò di raccontare la storia della mia famiglia materna attraverso raconti di mia nonna e di quella paterna attraverso quelli di papà.
La madre di mamma dice che da quando ricorda i suoi antenati sono sempre stati a Ponticelli. Suo padre era di una ricca famiglia e andava spesso da parenti a Firenze o al mare a Livorno. Poi sposò la mia bisnonna Maria e ebbe cinque figli: due maschi e tre femmine. Qui il patrimonio di famiglia si divise. A nonna però restarono ancora molti cimeli appartenenti ai suoi genitori. La storia della famiglia paterna di mia madre ha inizio con "nonno Cillittu" (da uccello) chiamato così perchè durante la costruzione del monastero di San Nicola veniva appeso ad una fune per fare i muri esterni. La sua famiglia era di Scandriglia, e quando sposò una donna di Ponticelli venne diseredato perchè non volevano che sposasse una Ponticellara. Da lui e nonna Rosa nacque il mio bisnonno Andrea. Egli sposò nonna Rosilde e ebbe due figli: Omero (mio nonno) e Gianna. Nonno mi racconta sempre che visto che l'eredità non gli era arrivata per il litigio di "Cillittu" con i genitori, vivevano in un'antica casa a Ponticelli vecchio. DUrante una notte di pioggia sentì degli scricchiolii e corse subito dalla madre malata, visto che il padre era fuori per lavoro la prese in braccio e, insieme alla sorella, uscirono di casa. Poco dopo l'abitazione crollò. Per ricostruirla dovettero fare enormi sacrifici. Della mia famiglia paterna, purtroppo, so meno vicende. Una di queste è come si incontrarono i miei nonni. Nonno Furio era figlio della preside della scuola nella quale insegnava la madre di nonna Silvia. A quest'ultima servivano ripetizioni di matematica e gliele diede nonno Furio. Quindi si conobbero e dopo molti anni si sposarono e girarono tutta l'Italia. Le origini di nonna Silvia sono a Sondrio, dove c'è ancora il castello Sertoli. Quelle di nonno Furio nelle Marche.
Questo lavoro mi è piaciuto perchè ho conosciuto le mie origini. Ho poche foto perchè mia nonna ci è affezionatissima e non me le ha volute dare tutte.
Giulio Fratini