cerca tra le foto
di tutte le collezioni,
per temi, luoghi,
famiglie ed anni
progetto promosso dalla Presidenza della Regione Lazio
www.regione.lazio.it
a cura di
Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico
Museo Centrale del Risorgimento di Roma
media partner
regesta.exe

famiglie laziali

frosinone e provincia

collezione di Piergiorgio Cerroni storia della famigliastoria della famiglia

Nel lontano 1930, partì dalla vicina città di Arpino, nell'allora Regno di Napoli Cerroni Scipione e si stabilì in Monte San Giovanni circondario di Frosinone nella provincia di Roma. Da un documento, un passaggio di proprietà in carta da bollo da 10 baiocchi del 1845, regnante Papa Gregorio XVI, ho potuto risalire a Cerroni Francesco, figlio di Domenico del fu Scipione d'Arpino, che prenedva possesso di un terreno appena comperato. In seguito ad altri documenti sia in forma legale che privati, ho potuto risalire e risolvere l'intreccio dei vari discendenti del ramo di Cerroni Scipione fino ad oggi. Ben 278 sono i nomi dei discendenti del mio avo.
Appassionante è la storia: ci sono zie rimaste vedove e risposate, fratelli che donano, acquistano e vendono gli averi tra loro. Caso sbalorditivo, un fratello della bisnonna paterna si è risposato per ben tre volte.
In un libro agenda del bisnonno paterno , c'è scritto perfino il soprannome di famiglia "Braccione".
Ho ritrovato sempre in base all'antica domcumentazione di un palazzo ceduto in dote, vicino casa mia, del mio trisavolo alla figlia, che reca nella chiave di volta dell'arco del portale, lo stemma di famiglia, raffigurante ben due alberi robusti di cerro. Annovero ben tre sacerdoti nella mia stirpe: Don Luigi Cerroni, insigne teologo e docente dell'università di Roma; un cistercense, Don Pietro Cerroni, ben noto predicatore, e Padre Bernardo, cugino di nonno Antoni, priore della chiesa del carmine a Napoli.
Giovanni Pernaselci, detto "Cappellone", mio trisavolo paterno gestiva una trattoria- cantina nel paese, e un giorno una signora di Roma di passaggio, andò a mangiare e chiese un pollo, tanta fu la sua meraviglia nel veder nel piatto due pezzi di collo, tre di ali e una coscia. Tutta Roma a quel tempo sapeva del fatto. Ho ritrovato questa storia in un documento scritto da Giovanni Pernaselci.
Nonno Antonio da giovane è sempre stato amante della musica, suonava in banda qualsiasi strumento, a seconda delle esigenze, cantava nella schola cantorum; poi da commerciante, faceva il macellaio. Andato in pensione, ricreò la banda cittadina insegnando musica e strumentazione a circa sessanta ragazzi, oggi ricordano tanti aneddoti su di lui, del suo modo burbero e benefico che adottava nello studio di vari autori di opere.
Nonna Maria è stat l'ostetrica condotta del paese, e raccontava sempre quando a dorso di asino si recava a qualsiasi ora del giorno e della notte, col brutto e bel tempo ad assistere le partorienti; mio padre racconta spesso i casi accaduti sia a nonno che a nonna, che bei tempi!!
Specialmente quando nonna ritornava a casa dopo aver assistito ad un parto: se portava a casa un pollo ben nutrito e pesante, era nato un maschio, se femmina una piccola gallinella.
Piergiorgio Cerroni
          
Ritratto in studio di Antonio Cerroni
1850 ca.Ritratto in studio di Antonio Cerroni

Antonio Cerroni, in studio, posa per un ritratto fotografico. Veste con giacca scura indossata su una camicia bianca con cravattino scuro, porta i baffi lunghi e volge lo sgurado verso l'obiettivo

le altre foto della collezione di Piergiorgio Cerroni

  • 1850 ca. Ritratto in studio di Antonio Cerroni
  • 1865 ca. Ritratto in studio di Don Luigi Cerroni
  • 1880 ca. Ritratto in studio di Andrea Cerroni
  • 1890 ca. Ricordo del servizio militare di Andrea Cerroni
  • 1890 ca. Ritratto in studio di Andrea Cerroni
  • 1940 ca. Ritratto in studio di Francesco Cerroni